Nel grigio dipinto di grigio

Grigio il cielo che fa da tetto a questa naturale assurdità. Grigio l’asfalto su cui aspetto la carovana delle frecce a due ruote. Grigio io che sto cercando di lavorare con un pezzo di cuore altrove. Grigio tu che ne stai andando in questo momento. E nel mentre piove.
Piove grigio anche per te.

Ciao Grigione. La tua ultima volata è finita. Ti ricorderò per il tuo sguardo torvo ma tenero. Per le pennichelle con la fronte piantata in basso. Per le finte fughe in giardino, senza staccare mai lo sguardo da me. Per la tua voracità. Per gli “strozzoni”. Per il pelo malconcio. Per la paura che mi allontanassi le gatte. Per la dolcezza che non ci siamo scambiati.

Soprattutto ti ricorderò perché hai scelto il nostro tappeto – quello all’ingresso – per venirci a dire che te ne stavi andando. Forse avevi paura. Forse è stato il tuo modo di chiederci aiuto. Semplicemente, forse, non volevi morire solo, tradendo ogni leggenda sulla tua specie. Quel che è certo è che hai scelto noi per i tuoi ultimi istanti, e ora non so dirti se mi senta più grato o più lusingato. So che ti ricorderò per i nostri sguardi fugaci. Che mi resterai dentro soprattutto per la tenerezza del tuo gesto finale. E per l’unica carezza che ti ho fatto. Chissà se l’hai sentita.

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