Hook – Capitan Uncino

Mani di bimbo manomettono il broncio dell’uomo di oggi. Peter Pan torna alle origini e riscopre un Uncino più tridimensionale che mai. Il vero 3D sta nell’interpretazione. Dustin Hoffman è molto 3D, così come Robin Williams, ma lui 2D non lo è praticamente mai. Una cinecolomba formato famiglia (in Italia uscì a Pasqua), carica di valori che sanno d’infanzia. E che per questo sono più rivoluzionari che mai.

Quasi famosi

Esistenzialismo e psichedelia. Storia minima ma intensa, da Oscar meritato. Tasselli che compongono un mosaico un po’ retrò sui ’70 e le sue contraddizioni. Il rock imperante e itinerante, la complessità di un mondo che ha segnato un’intera generazione. E poi il giornalismo dell’epoca, temuto e raggirato, fatto di compromessi, smentite e controsmentite. Tutto cambia, ma con moderazione.

Neverland – Un sogno per la vita

La terra del mai è in realtà la terra del sempre. Potere dell’immaginazione. L’isola che non c’è c’è eccome, e sembra essere il regno eterno di quella famosa promessa. Più del Paradiso. Basta crederci. Di certo ci credono Johnny Depp e i suoi colleghi di ogni età e statura. Il pupillo di Tim Burton interpreta con passione e personalità il Peter Pan in carne e ossa che ha dato vita al Peter Pan della fantasia. Quella stessa fantasia che qui non eccede, eppure potrebbe. Burton non è nei credits, e si vede. Resta un’armoniosa linearità, che esce dal reale ma solo per finta.

Skyline

Dialoghi buttati lì e personaggi tamarri senza ossatura. Interessante solo il finale, qualcosa che non ti aspetti, anche se poco giustificato. Buona la resa visiva, nonostante il budget limitato. La sceneggiatura invece latita. Gli autori sono alla loro prima prova, e si vede.