E ho capito che al chiarore di luna e lume è un tempo definito. Un tempo che ha delle vere proprietarie. Signore pazienti e impazienti allo stesso tempo. Diciamo pure spazientite dalla troppa attesa. Mea culpa. Ho capito che al chiarore di luna e lume il tempo è di qualcuno in particolare. Di quelle signore che ora mi reclamano. Le signore si sono fatte sentire. Le signore mi hanno massaggiato tempie e sinapsi, mi hanno offerto una tazza di tè leggero, mi hanno invogliato a convogliare il mio tempo proprio dove dicono loro. Proprio dove vogliono loro. Proprio verso di loro. Loro. Le storie. Ché ho capito che al chiarore di luna e lume è il tempo di quelle storie. Uno scacco di fondente, facciamo due. La mente che rallenta, che in fondo è per la calma che sono stato progettato. E tutto è pronto. Comincia la festa. Quella dei personaggi d’altri. Comincia la danza. Quella dei personaggi miei.
Sarà il chiarore della luna. Sarà il riflesso del lume. Sarà che sono fatto per questo, così come son fatto per quel minuscolo gatto che ieri mi ha sorriso dalla sua finestra anche senza sorridermi, mentre stavo correndo nel mio affanno ginnico preso da ansie di altri mondi. Sarà che son fatto per tutto questo. E che non posso più nascondermelo.