Dylan Dog – Il Film


Di nome ma non di fatto. L'Indagatore dell'incubo dei fumetti Bonelli sbarca al cinema, ma non è che un surrogato. Più che un film dell'orrore, il film dell'errore e del malinteso. C'è Dylan Dog, ma in realtà non c'è. Ha le fattezze dell'ultimo Superman di celluloide, un Brandon Routh tanto carico di muscoli quanto scarico di espressività. Ed è inevitabile rimpiangere il Rupert Everett di Dellamorte Dellamore, opera prima e pure nostrana ispirata al personaggio inventato nell'86 da Tiziano Sclavi, autore di un fumetto che tra alti e bassi resta ancora uno tra i più letti e apprezzati d'Italia. Storie surreali e piene di pathos. Orrore vero, ricreato affondando a piene mani nella tradizione più pura di quello stesso orrore. E Dylan è un protagonista capace di essere protagonista davvero, carismatico pur senza ostentarlo. E senza steroidi.Le atmosfere sono quelle tipiche del film di cassetta, con una tensione vicina allo zero assoluto e con caratterizzazioni svuotate di senso.

E' il cinema di chi si accontenta, un film perfetto per chi Dylan Dog non lo conosce affatto. Gli altri restino pure incollati alle pagine di carta, l'Indagatore dell'incubo è molto meglio leggerlo. D'altronde il regista Kevin Munroe l'aveva detto: "Non si può appiccicare il fumetto sullo schermo". Un tentativo sarebbe stato comunque apprezzato.

E' lo stesso film a essere pieno di debolezze, forse penalizzato da una produzione sofferta e segnata da tante riscritture. Godibile soltanto per mezzora, la pellicola prosegue tra sequenze poco credibili e situazioni risolte in modo disarmante, un make up fermo agli anni '80 ed effetti non tanto speciali. Per non parlare di personaggi senz'anima come i tanti "non morti" sulla scena. Lo stesso Dylan vuole fare troppo l'americano. Rispetto a oggi, all'epoca Everett lo smilzo partiva con alcuni metri di vantaggio rispetto a Routh il palestrato: il protagonista del fumetto era stato creato proprio sulle sue fattezze. Ma l'ex-Superman recita ancora come fosse un Uomo d'Acciaio, cosa che di certo non aiuta.


Questo Dylan Dog è troppo action movie per essere lui, troppo Twilight per essere vero. L'antica faida tra vampiri e lupi mannari è infatti ancora una volta il pretesto per riempire le sale. O quantomeno per provarci.

(Questa recensione è stata gentilmente pubblicata anche su Occhi sul cinema)

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